La montagna delle illusioni by Paolo Paci

La montagna delle illusioni by Paolo Paci

autore:Paolo Paci [Paci, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2024-02-23T12:00:00+00:00


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È venuta gente al vernissage, più di quanta la sala potesse contenerne. Molti di quelli che sono venuti, galleristi e collezionisti, volevano parlare con Antonio. Mentre gli artisti invitati erano impegnati a sparlare di Antonio.

Non è un problema. Parlar male dei colleghi non solo è consentito, è necessario. Una cattiva pubblicità è meglio di nessuna pubblicità, lo diceva anche Oscar Wilde in modo più arguto. Il problema si pone quando smettono di parlare di te, sussurrano, il tono si smorza fino a spegnersi e tu vieni archiviato nello sgabuzzino dell’arte dimenticata. I colleghi di Antonio usano varie strategie per combattere il terribile virus dell’irrilevanza: c’è chi alza la voce e si agita e fa le capriole, c’è chi alza cortine fumogene. In un’intervista, al giornalista che gli chiedeva se conosceva Banksy di persona, Antonio ha risposto: «Banksy no, perché non esiste. In compenso conosco molti che esistono troppo». L’intervistatore, colto da eccesso di salivazione, gli ha chiesto i nomi.

No, sparlare dei colleghi non è un problema.

Parlare con il pubblico invece sì. Non si è mai abituato, e può sembrare una cosa strana, che uno che si fa crocifiggere in piazza poi abbia paura della gente, ma è così. In passato, ha tentato di proteggersi con una maschera: l’artista che usa il proprio corpo in fondo è un attore, non è davvero lui ad andare in scena, ma un personaggio al quale presta la voce. La maschera che indossa gli dà una forza soprannaturale, perché quel personaggio, va da sé, è un supereroe.

Ricorda i carnevali dell’infanzia, avrà avuto tredici o quattordici anni, quando Concabella era invasa da fatine sugli sci e i coriandoli marcivano nella neve calpestata; i due Biraghi più grandi giravano nascosti sotto lenzuoli neri e maschere di gomma a forma di teschio; l’Angelina Migliavacca era vestita da Madonna, non la Vergine ma la rockstar, e girava sulla neve con le gambe nude, coperte solo dalle calze a rete, roba da polmonite; Antonio era riuscito a rimediare una maschera da Goldrake, due paia di corna dorate e l’apertura per gli occhi a forma di rombo. Per pochi giorni, poteva rivelare a tutti la sua vera identità: un supereroe d’acciaio, lame rotanti e tutto il resto. Che stessero tranquilli, i villeggianti, anche in loro assenza Antonio/Goldrake avrebbe vegliato sulla loro città. Poi è cresciuto e ha tenuto a bada la super-identità. L’ultima maschera che ha indossato è stata quella di un Crocifisso. Ma sotto quel Gesù Cristo imbellettato come una ballerina del burlesque batteva ancora un cuore da Goldrake.

La maschera, tuttavia, può proteggere solo fino a un certo punto: per quanto ci si sottragga, è impossibile non sentirsi messi a nudo. Ed è così che ti vorrebbe il pubblico: nudo e indifeso.

Tra il pubblico del vernissage c’era una signora, profumo penetrante e ampia scollatura, scortata da un compagno pallido in divisa da intellettuale.

«Quanto costa?» lo ha investito senza preamboli.

«Mi perdoni signora, quanto costa cosa?»

«Ma l’installazione, no? Mi dica, se volessi comprarla, quanto costa?»

In quel momento Antonio si è sentito nudo e indifeso.



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